Konrad Hilbers, amministratore delegato del più celebre sito di file sharing musicale (messo praticamente fuori gioco dal luglio scorso con l'obbligo di “ripulire” le sue directory dai brani non autorizzati,vedi news), invoca la mediazione dei legislatori americani nelle negoziazioni, spesso infruttuose, che intercorrono tra siti musicali indipendenti e case discografiche in merito all'utilizzo della musica on-line. <br> Prendendo la parola durante un convegno in programma alla Future of Music Conference di Washington (vedi news), Hilbers ha lamentato la difficoltà di ottenere le licenze d'uso dalle etichette titolari dei diritti sui brani musicali, proponendo la fissazione per legge di una royalty obbligatoria nel caso in cui non si possa pervenire ad un accordo consensuale tra le parti sul prezzo di utilizzo della musica in rete. “Il Congresso – ha concluso il chief executive officer di Napster, accennando ad un modello già impiegato per la remunerazione degli autori ed editori musicali da parte delle emittenti radiofoniche – avrà poche altre scelte se non quella di prendere in considerazione una licenza obbligatoria per le registrazioni musicali”. <br> Hilbers è stato invece parco di dettagli circa le modalità di funzionamento del nuovo Napster, rivelando soltanto che il servizio remunererà gli artisti che lo desiderino e che i consumatori saranno soggetti ad alcune restrizioni nell'uso dei brani scaricati dalla rete: i file potranno continuare ad essere scambiati tra i fan ma conterranno dei codici che ne impediranno il trasferimento e la riproduzione su lettori MP3 portatili. Per il momento, come l'invocazione di Hilbers lascia presagire, nessuna delle cinque major (inclusa la BMG, finanziatrice del sito, vedi news) ha concesso l'uso del proprio repertorio al nuovo Napster, la cui versione test potrebbe comparire in rete già questa settimana.