Le grandi catene europee del retail musicale sono pronte a lanciarsi nella vendita di musica in formato “liquido” o digitale. Lo ha confermato all'agenzia Reuters Neil Ferris, direttore commerciale della britannica Tornado, ditta che ha collaborato come fornitrice di tecnologia allo sviluppo dei progetti di vendita on-line che hanno per protagonisti i Virgin Megastores di Francia e Gran Bretagna (i primi sono dall'estate scorsa di proprietà del gruppo multimediale transalpino Lagardere), del concorrente britannico HMV e del retailer musicale olandese Fredgaard. <br> I siti dei quattro operatori commerciali consentiranno agli utenti Internet di prelevare musica a pagamento in cambio di una tariffa fissa per download o del versamento di un canone di abbonamento; successivamente, ha aggiunto Ferris, verrà consentito ai clienti di portare i propri registratori portatili in negozio per scaricare direttamente il contenuto dei dischi prescelti. <br> Tutti i rivenditori devono però ancora superare due ostacoli principali prima di poter pensare di realizzare un profitto dalla vendita di musica on-line. Il primo è di ordine tecnico e riguarda la mancanza di un consenso, allo stato attuale, su un software standard che garantisca a tutti i consumatori la possibilità di riprodurre la musica acquistata in rete su ogni genere di pc o di lettore portatile. Il secondo, ancora più grave, riguarda la disponibilità dei contenuti: le major discografiche, che hanno lanciato proprie iniziative in materia disponibili per il momento solo negli Stati Uniti (MusicNet e Pressplay, vedi news), non sembrano disponibili a concedere in licenza i loro cataloghi a terze parti che desiderino avventurarsi nel business della musica digitale. Tra rivenditori e case discografiche è già scoppiata al riguardo una accesa polemica, e in diversi paesi (come la Francia e la stessa Inghilterra) i primi hanno minacciato di snobbare per ritorsione i prodotti delle major anche nei loro punti vendita tradizionali.