Come un'infinita telenovela a puntate, la querelle tra Napster e l'industria discografica multinazionale (rappresentata dalla Recording Industry Association of America, vedi news) subìsce l'ennesimo rinvio: lo ha deciso il giudice che dall'inizio delle ostilità ha seguito la vertenza, l'ormai celebre Marilyn Hall Patel di San Francisco, dando tempo alle parti fino al 17 febbraio prossimo per raggiungere un accordo extragiudiziale. <br> L'ulteriore sospensione del giudizio era stata richiesta dai legali della Web company californiana che ora, nelle parole del suo amministratore delegato Konrad Hilbers, si augura che “gli sforzi e la buona volontà dimostrate da entrambe le parti nel corso degli ultimi mesi porteranno ad una rapida conclusione della vertenza, rimuovendo gli ultimi ostacoli al lancio del nostro nuovo servizio in abbonamento”. Anche la RIAA si è dimostrata possibilista al riguardo, “ora che – ha sottolineato il presidente dell'associazione Hilary Rosen – Napster ha ripreso l'attività limitando il suo repertorio ai brani musicali regolarmente ottenuti in licenza”. <br> Il sito creato da Shawn Fanning ha lanciato poche settimane fa la versione test del suo nuovo servizio “legalizzato” (vedi news), assemblando un catalogo di circa 100 mila file audio acquisito da etichette e artisti indipendenti (ma non, almeno per il momento, dalle major); per ora disponibile gratuitamente ad un numero limitato di clienti-pilota, il nuovo Napster proporrà a regime un canone mensile di abbonamento compreso tra i 5 e i 10 dollari (vedi news).