Il mercato discografico italiano continua a fare passi indietro: i dati raccolti da Deloitte per conto dell'associazione dei discografici FIMI e relativi ai primi sei mesi del 2012 evidenziano un altro tonfo del Cd (- 23 per cento, poco più di 35,7 milioni di euro di fatturato), che l'incremento della musica digitale (+ 43 per cento, 17,8 milioni di euro in totale) non riesce ancora a controbilanciare. Il digitale rappresenta attualmente il 33 per cento del valore del mercato: uno scatto deciso rispetto a fine 2011 (21 per cento), che colloca l'Italia sulle medie europee dell'anno scorso (32 per cento). Più in dettaglio, i dati Deloitte registrano 10,9 milioni di euro di fatturato semestrale per il download, pari al 61 per cento del fatturato digitale (contro il 65 per cento di sei mesi prima). In questo ambito, tuttavia, il tasso di crescita dei singoli (+ 48 per cento) riprende a superare quello degli album (+ 31 per cento); a fine 2011 il rapporto era inverso, con gli album digitali in aumento del 37 per cento e i singoli del 25 per cento. FIMI riporta anche un aumento dei ricavi generati dallo streaming video: a farla da padrone in questo ambito è sempre YouTube, che raddoppia il valore rispetto al 2011.