Tramontata (in parte) la stella degli executive finanziari e degli strateghi del marketing, sembra che i “music men” stiano tornando alla ribalta delle multinazionali della musica: pochi giorni dopo il conferimento a Steve Lillywhite della direzione generale della Mercury inglese (vedi news) e a pochi mesi dalla promozione di Andy Slater alla guida della Capitol americana (vedi news), un altro produttore di grido, Matt Serletic, sarebbe prossimo ad assumere un ruolo di grande rilievo presso la disastrata Virgin America, che i nuovi dirigenti mondiali della EMI, Alain Levy e David Munns, stanno cercando di rilanciare a costo di decisioni anche clamorose (vedi la “liquidazione” multimiliardaria di Mariah Carey, vedi news). La notizia è stata anticipata dal quotidiano New York Daily News, che non chiarisce tuttavia quale sarebbe la posizione del neo-assunto nei confronti dei due co-presidenti dell'etichetta, Ray Cooper e Ashley Newton, i cui contratti sono stati recentemente rinnovati da Levy e Munns (vedi news). <br> Per Serletic (che dopo avere esordito al fianco dei Collective Soul ha posto la sua firma su album di grande successo come il debutto dei Matchbox Twenty, sull'hit single “Smooth” di Carlos Santana nonché sull'ultimo disco di Willie Nelson per la Lost Highway) non si tratta della prima impresa in veste di discografico: nel 1999 aveva lanciato infatti il marchio Melisma Records in joint venture con la Arista di Clive Davis, iniziativa poi abortita quando lo stesso Davis fu costretto a lasciare l'etichetta che aveva fondato per decisione del management della BMG (vedi news).