Google ha fatto sapere di aver modificato l'algoritmo che regola la visualizzazione dei risultati delle proprie ricerche per penalizzare i siti che favoriscano il download illegale di file protetti da diritti d'autore: nello specifico, il gruppo fondato nel 1997 da Sergey Brin e Larry Page ha ammesso di volersi concentrare sull'isolamento delle pagine segnalate come illegali dalle major musicali e cinematografiche, le cui infrazioni avrebbero raggiunto la cifra recordo di oltre quattro milioni solo nell'ultimo mese. "Solo i titolari della proprietà intellettuale posso sapere con certezza se certi siti sia autorizzati al download di determinate opere, e solo i tribunali sono autorizzati a decidere se il diritti d'autore sia stato violato o meno", ha dichiarato il numero uno del dipartimento tecnico di Mountain View Amit Singhal: "Per questa ragione noi non rimuoveremo alcuna pagina dai nostri risultati di ricerca finché non riceveremo una notifica ufficiale di infrazione da parte del titolare del copyright". Nonostante questa garanzia, i siti giudicati sospetti verranno penalizzati nel ranking dei risultati di ricerca, in modo da offrire agli utenti solo link sicuri dal punto di vista legale. Alcuni osservatori, tuttavia, hanno ipotizzato come dietro questa scelta etica del colosso della ricerca sul Web soggiacia un'istanza meramente tattica: Google avrebbe tutto l'interesse nell'incassare i favori nelle major dopo che Apple ha annunciato l'esclusione dal proprio nuovo sistema operativo, l'iOS 6, di Youtube, piattaforma di video sharing di proprietà dell'azienda di Mountain View che, in termini di fornitura di contenuti, è in grado di fare concorrenza a iTunes, controllato dalla casa rivale di stanza a Cupertino.