Non si sono fatte attendere le reazioni dell’industria musicale alla proposta del direttore artistico del Festival di Sanremo, che nei giorni scorsi aveva invitato le case discografiche ad abbassare almeno per alcune settimane i prezzi dei dischi lanciati in occasione della kermesse. Sulle colonne del Corriere della Sera di venerdì scorso, 15 febbraio, il presidente e amministratore delegato di EMI (ora Capitol) e Virgin, Riccardo Clary, non è stato tenero con il patron del festival, bollando tout court la sua iniziativa come “provocatoria ed inopportuna”. E mentre Piero La Falce (Universal) si dichiara disinteressato ad innescare qualsiasi polemica con il presentatore/mattatore della rassegna sanremese, altri ribattono preferendo formulare dei distinguo. <br> E’ il caso di Adrian Berwick, direttore generale di BMG Ricordi, che sul tema ha voluto intervenire con un comunicato stampa (vedi news) e che al telefono con Rockol ha accettato di spiegare più approfonditamente il suo pensiero. “La proposta di Baudo – esordisce Berwick - è interessante ed esprime una sua legittima opinione: ma se applicata ai dischi dei nostri artisti di punta, Sanremo o no, è una soluzione che personalmente non condivido”. Prezzi ridotti sì, dunque (12,99 euro contro i 18-20 di un disco ad alto prezzo), ma solo per i talenti emergenti della scuderia (che al festival di quest’anno sono 78 Bit, Andrea Febo e Marco Morandi): “E’ un esperimento che abbiamo già fatto in passato con artisti come Lisa ed Eramo e Passavanti, e i risultati sono stati discreti: dell’album di Lisa vendemmo 25-30 mila copie, non male tenuto conto delle vendite sottratte dalle compilation e dei risultati complessivi di un festival poco eclatante come fu quello di quell’anno”, dice Berwick, aggiungendo che “pubblicare a prezzo pieno l’album di un artista esordiente – ma anche di alcuni dei “big” del festival, da anni assenti dalle classifiche e dalla fascia alta di mercato – è probabilmente una mossa troppo ambiziosa e avventata. E’ vero, noi lo abbiamo fatto di recente con Valeria Rossi, ma in quel caso l’album arrivava sull’onda di una canzone di straordinario successo e il mercato ci ha già premiati con un disco d’oro”. <br> Resta il fatto che Baudo, vergando di suo pugno la lettera indirizzata ai “boss” delle case discografiche, aveva forse in mente qualcosa di più dirompente e clamoroso che una promozione sui dischi degli esordienti. “Lo penso anch’io”, replica Berwick, “ma usare la leva del prezzo sui dischi di artisti importanti, secondo me, ha un senso solo dopo che un album ha già easurito gran parte del suo ciclo vitale. Allora, e ce lo hanno confermato anche diverse ricerche di mercato, può diventare uno strumento utile a ravvivare un disco che si sta spegnendo. Gli ultimi due album di Ramazzotti sono stati ribassati di prezzo ad un anno dalla loro uscita, e lo stesso sta per succedere ora con Giorgia e Pino Daniele. Lo abbiamo fatto anche con “Supernatural” di Santana in occasione del Natale 2000, riportando il disco in classifica e vendendo altre 40-50 mila copie in più. Ma sono convinto che non sia la cosa giusta da fare, al momento del lancio di un nuovo disco".