Garageband.com, pioniere della musica indipendente on-line e paladino delle “unsigned bands”, dei gruppi senza contratto, ha chiuso bottega a fine settimana scorsa per carenza di fondi. Ma potrebbe riaprire in poche settimane, già all'inizio di marzo, se riuscirà ad aggiungere altri 4 milioni di dollari alle risorse già in suo possesso (17 milioni di dollari), rastrellate tra diversi investitori finanziari che credono nel suo modello di business, che includerebbe la gestione di un'etichetta discografica “tradizionale”. <br> La società diretta da Tom Zito, infatti, utilizza il suo sito Web come strumento di talent scouting e di reclutamento di artisti da mettere sotto contratto per poi distribuirne i dischi nei negozi: oltre 50 mila gruppi e solisti, secondo Zito, sono ricorsi a Garageband.com per far conoscere (gratuitamente) il loro repertorio dal momento del suo lancio in rete, nel 1999, contribuendo a loro volta alla crescita della “community” on-line attraverso l'invio di recensioni e giudizi di merito sull'opera dei colleghi (unica clausola richiesta, questa, per poter a loro volta caricare i propri brani sul sito). <br> La società di San Francisco ha già pubblicato dischi di una dozzina di band selezionate con questo sistema, ed ora ha in programma di accelerare il ritmo delle pubblicazioni (fino a 30 all'anno) contando sull'appoggio di un partner distributivo il cui nome dovrebbe essere annunciato in questi giorni. Il primo disco della serie, a nome di una band chiamata Monovox, è previsto per il mese di maggio.