Ad un mese circa dalla pubblicazione di una relazione destinata ad illustrarne in dettaglio i piani agli investitori, il nuovo direttore finanziario della major, Roger Faxon, ha fornito al Financial Times qualche anticipazione sul piano d'azione da lui concertato con il nuovo responsabile della divisione musicale del gruppo, Alain Levy. “Alain – ha detto Faxon – crede fermamente che l'organizzazione possa funzionare assai meglio su scala ridotta e con un livello di costi fissi molto più basso, e io sono d'accordo con lui”. <br> L'affermazione del dirigente EMI, osserva l'autorevole quotidiano, potrebbe alludere a nuovi tagli di organico, dopo i 600 licenziamenti (sui 10 mila dipendenti di cui la multinazionale dispone nel mondo) che hanno fatto da corollario alla “cura” intrapresa da Levy per cercare di risanare i bilanci dell'azienda.<br> Faxon sottolinea che uno degli obiettivi più impellenti di EMI riguarda la riduzione di un debito che oggi ammonta ad oltre un miliardo di sterline, un miliardo e 600 milioni di euro circa. Le proiezioni formulate nel budget rivelano che la società dovrebbe chiudere l'esercizio finanziario in corso (e in scadenza il 31 marzo prossimo) con un profitto al netto delle tasse di 150 milioni di sterline: un avanzo di gestione che verrà però “speso” quasi per intero per far fronte ai costi di ristrutturazione aziendale (100 milioni di sterline) e alla liquidazione del contratto di Mariah Carey (38 milioni), con la conseguenza probabile di lasciare in rosso il conto economico dell'azienda. <br> Secondo Faxon, nel recente passato alla EMI è mancato un giusto equilibrio tra creatività e senso degli affari: “Ci vuole buona musica, promossa, commercializzata e distribuita nel modo giusto, per generare buone vendite: ed è questo quello che ci ripromettiamo di fare da qui in avanti”. Bisognerà attendere ancora qualche mese per capire se il dosaggio degli ingredienti è stato eseguito nel modo corretto dal nuovo management della società.