Il servizio di streaming musicale Spotify, rivelano i dati presentati dalla società alle autorità antitrust del Lussemburgo (sede legale della holding Spotify Technologies SA), ha incrementato decisamente il suo fatturato anche nel corso del 2011, registrando un balzo in avanti del 140 % (da 99 a 236 milioni di dollari) rispetto all'anno precedente, con un forte incremento nel gettito dei canoni di abbonamento (156,9 milioni) e uno molto più modesto in termini di introiti pubblicitari (27,6 milioni). Si allontana ancora, tuttavia, il pareggio di bilancio, dal momento che il deficit netto, 56,6 milioni di dollari, risulta superiore a quello degli anni precedenti (26 milioni di dollari nel 2009, 42 milioni nel 2010): sul passivo gravano in particolare le royalty pagate a case discografiche ed editori musicali per i diritti di riproduzione del catalogo (200 milioni di dollari dal 2008 ad oggi). L'amministratore delegato Daniel Ek non sembra curarsene più di tanto ("La nostra priorità numero uno, due, tre, quattro e cinque è la crescita", aveva dichiarato qualche mese fa alla stampa), ma anche se finora le perdite sono state finanziate direttamente dalla società tra le opzioni prese in considerazione c'è un round di finanziamento che dovrebbe permettere di raccogliere oltre 200 milioni di dollari (tra gli attuali azionisti della società, oltre a Sean Parker che siede anche nel consiglio direttivo, figura anche il milionario Li Ka-shing, presidente della coreana Hutchison Whampoa). Gli ultimi dati presentati da Spotify parlano di 32,8 milioni di utenti registrati sparsi in quindici Paesi (Australia, Austria, Belgio, Danimarca e Isole Faroe, Finlandia, Francia, Germania, Norvegia, Nuova Zelanda, Olanda, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Svizzera), il 12 per cento dei quali sono abbonati a pagamento. "Oltre 15 milioni di persone al mondo oggi usano attivamente il servizio, e 4 milioni di essi lo fanno pagando un canone", sottolineano i portavoce della società. Per un servizio musicale ancora così giovane si tratta di un seguito decisamente fenomenale". I piani futuri prevedono un lancio in Canada (dove Spotify ha già aperto una filiale) e possibilmente anche in Paesi asiatici e del Sud America.