Una corte d’appello newyorkese ha rimesso in moto la battaglia giudiziaria che i membri dei gruppi Chamber Brothers, Coasters e Drifters – come dire tre pilastri fondamentali della storia del soul neroamericano - avevano ingaggiato due anni fa contro le società AOL Time Warner, Sony, Bertelsmann, Vivendi Universal e MP3.com. <br> La vertenza si riferisce alla facoltà concessa alle major discografiche (e al sito Web musicale fondato da Michael Robertson e ora di proprietà Vivendi) di diffondere on-line registrazioni incise da quei gruppi prima del 1966 sulla base di clausole contrattuali di cui gli stessi artisti contestano l’esistenza. Le loro pretese erano state respinte in prima istanza dal giudice Jed Rakoff (noto nell’ambiente musicale per avere seguito tutta la vertenza riguardante MP3.com, vedi news), ma i giudici di appello hanno richiesto al magistrato di riesaminare la questione e i contenuti dei contratti discografici in oggetto: in sostanza, il tribunale d’appello ha accolto la tesi secondo cui la diffusione on-line delle canzoni non sarebbe stata consentita dagli accordi contrattuali e avrebbe finito per arrecare un danno, in termini di mancate royalty e di mancate vendite, agli artisti stessi per effetto dei download gratuiti e non autorizzati effettuati in rete dai consumatori.