Il futuro della musica digitale? Più che nella mobilità risiede nello streaming, secondo un nuovo studio pubblicato da Ovum. La società londinese di ricerche predice una crescita annua sostenuta per la musica "liquida": il 15 per cento annuo, che nel 2017 porterebbe quel segmento di mercato a valere nel mondo 22 miliardi e mezzo di dollari. Il motore della crescita, come anticipato, sarebbe rappresentato dai servizi di streaming che, in collaborazione con i maggiori service provider, aumenterebbero mediamente il loro giro d'affari del 46 per cento all'anno. Viceversa, in Nord America e in Europa il consumo di musica in mobilità (via smartphone, e distante dal pc) dovrebbe declinare del 5-7 per cento. Una flessione che l'analista Mark Little imputa "principalmente alla performance inferiore alle attese delle 'risponderie telefoniche', al predominio della musica gratuita finanziata dalla pubblicità e al costo del traffico dati che rende la musica mobile over-the-air meno attraente per i consumatori". Little pronostica una crescita dello streaming del 44 % nella regione Asia Pacific (che include l'Oceania) e del 40 % negli Stati Uniti, grazie a servizi come Spotify, Rhapsody, Sony Music Unlimited, Rdio e MOG. "La musica in abbonamento", spiega, "può essere facilmente proposta in bundle dai service provider, ma può anche essere offerta direttamente".