Roba da far rodere di invidia i colleghi d’ogni parte del mondo (italiani in primis: sempre in prima linea, vedi news, nell’invocare a più riprese un intervento delle autorità politiche a sostegno della discografia in crisi): all’interno del Parlamento inglese, e più precisamente nella Camera dei Comuni, è nato un club di “amici della musica” destinato a farsi paladino delle cause del music business di fronte alle massime istituzioni e cariche dello stato. Ne è promotore, non a caso, un ex musicista, Pete Wishart, già membro dei Big Country e dei Runrig e oggi membro parlamentare del partito nazionalista scozzese, che intorno alla sua iniziativa è riuscito ad aggregare uno schieramento di forze interclassista e capace di coprire l’intero arco istituzionale. <br> Alla cerimonia di inaugurazione del comitato, mercoledì 6 marzo, sono stati naturalmente invitati molti personaggi di spicco del mondo musicale britannico nonché i rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria: tra questi il direttore generale della British Phonographic Industry (la FIMI inglese, in sostanza) Andrew Yeates, che ha commentato positivamente la novità soprattutto in prospettiva del prossimo lancio negli Stati Uniti di un ufficio di promozione della musica britannica nonché delle questioni ancora sul tappeto in materia di disciplina legislativa dei copyright e del commercio elettronico. <br> Non è comunque la prima volta, questa, che un gruppo di “Amici della Musica” prende forma all’interno delle istituzioni britanniche (era già accaduto nei tardi anni ’80), né che l’establishment politico del paese assume iniziative a sostegno di una delle sue industrie-chiave in termini di esportazione: subito dopo il suo insediamento, il governo Blair aveva istituito una task force destinata ad affrontare i problemi del settore musicale.