Per assicurarsi il nulla osta all'acquisizione della EMI da parte della Commissione Europea, Universal Music dovrà cederne quasi un quarto degli asset discografici, per un valore pari a circa 300 milioni di sterline. Lo ribadisce un articolo pubblicato ieri sul'edizione online del Daily Mail, suggerendo che nel corso di un meeting tenutosi nel tardo pomeriggio di venerdì scorso i commissari europei hanno comunicato a Universal che l'autorizzazione all'operazione è condizionata a una vendita dei diritti sul catalogo Parlophone (inclusi gli album di artisti come Coldplay e Kylie Minogue, ma esclusi - quasi certamente - quelli dei Beatles) in tutto il mondo e non solo nle Regno Unito o in Europa come progettato in un primo momento dai vertici della major facente capo a Vivendi. I candidati ad acquisire porzioni della EMI non mancano: sarebbero circa 22 le parti interessate, e tra queste figurerebbero i concorrenti Sony Music, Warner Music e BMG Rights Management oltre ai miliardari americani Ron Perelman e Ron Burkle, entrambi già in lizza lo scorso anno per l'acquisto della società musicale inglese. La cessione globale dei diritti è considerata indispensabile anche da Charles Caldas, amministratore delegato dell'organizzazione di etichette indipendenti Merlin. "Noi restiamo dell'idea che la cosa migliore per il mercato è che l'operazione venga bloccata in toto", ha dichiarato Caldas durante un'intervista a The Music Network. "Chiaramente, le autorità antitrust stanno valutando i livelli di disinvestimento che ritengono accettabili. E dovrebbe trattarsi di un insieme globale di disinvestimenti, così da garantire che in nessuna parte del mondo Universal abbia la possibilità di incrementare la sua influenza nella sfera digitale".