Il music business ha davanti a sé un "un potenziale di crescita enorme". Suonano parole quasi dissonanti, in quest'epoca di bilanci magri e tagli drastici agli organici. Eppure Nick Gatfield, ex musicista (nei Dexys Midnight Runners) e amministratore delegato di Sony Music UK, è convinto che le cose stiano proprio così. La riprova? Il fatto che oltre il 50 per cento dei ricavi della major nei primi sei mesi dell'anno (2,51 miliardi di dollari) siano di natura digitale. "E' un momento epocale per l'industria e una chiara indicazione che una vera trasformazione è in corso", ha detto Gatfield parlando al Sony Music Company Day la settimana scorsa a Londra. "Con un forte appoggio del governo a protezione degli artisti e della proprietà intellettuale, e grazie alla volontà dei detentori dei diritti di innovare e incoraggiare nuovi modelli di business, questa industria ritornerà presto a una crescita significativa", sostiene l'ad della Sony inglese. Gatfield ha ricordato che oltre il 20 per cento del fatturato discografico viene regolarmente reinvestito in A&R ("più di quanto qualsiasi altra industria spenda in ricerca e sviluppo"), e che Sony UK ha riorganizzato le sue etichette frontline, Columbia, RCA, Epic e Syco, in modo da "concentrarsi fortemente sull'A&R e sull'incubazione e sviluppo di nuovi artisti, appoggiandosi a un solido team centralizzato di servizi di marketing così da assicurare eccellenza nella pianificazione ed esecuzione delle campagne di pubblicazione principali". In più, ha aggiunto, Sony ha creato una rete di etichette "associate", "un veicolo per quelli che io chiamo imprenditori A&R, gente creativa e di grande esperienza nel settore musicale che ha la capacità di individuare e allevare talenti". Le speranze di crescita futura poggiano molto anche sui social network e sullo sviluppo delle comunicazioni dirette tra fan e artista: negli ultimi dodici mesi, ha concluso Gatfield, gli artisti Sony "hanno provocato una media di cinque milioni di connessioni al giorno" su Facebook, Twitter, YouTube, Vevo, Spotify, Google, siti ufficiali e altre piattaforme online. "Nell'arco di dodici mesi la media sale a 1,8 miliardi di connessioni, più della popolazione di Cina e Stati Uniti messi insieme. Questo è il bacino di utenza dei nostri artisti e della loro musica, questa è la dimensione delle opportunità che si presentano ogni giorno a loro, a noi e ai nostri partner nel retail, nei media e nel campo dei brand industriali. Non esiste altro business che possa vantare un tale livello di engagement del consumatore".