Chiamata in causa dal produttore indipendente Marco Marsili e dal Codacons, la Sony Music interviene sulla polemica sorta in seguito all'assegnazione del disco d'oro (equivalente a 50 mila copie vendute) all'omonimo album di Alexia, soltanto 24 mo nelle classifiche FIMI/Nielsen della settimana post-sanremese (vedi news). <br> Con una telefonata a Rockol, il presidente Franco Cabrini ha voluto chiarire le ragioni dell'azienda: “Queste polemiche sono sterili e strumentali”, ci ha detto Cabrini, “perché in tutta Europa i dischi d'oro e di platino si assegnano sulla base delle copie distribuite ai rivenditori, e non degli acquisti dei consumatori”. Diversamente accade invece in paesi come gli Stati Uniti, dove la società di revisione esterna incaricata della verifica delle copie vendute sottrae dalle quantità distribuite i resi effettuati dai rivenditori (lo spiega il sito dell'associazione di categoria, www.riaa.com). Un sistema di certificazione “super partes”, insomma, analogo a quello che lo stesso Cabrini aveva proposto nei mesi scorsi ai colleghi della FIMI. “Lo confermo, e credo che prima o poi ci si arriverà. La mia proposta prevedeva il ricorso ad una società di auditing che certifichi tutte le vendite a intervalli periodici. E' un sistema costoso per le aziende, ma che contribuirebbe a fare chiarezza. Inutile illudersi di risolvere il problema, comunque: anche se si arrivasse un giorno a certificare le vendite effettive nei punti vendita salterebbe fuori qualcuno che mette in dubbio la rappresentatività dei negozi inclusi nel campione…” <br> Cabrini difende anche la scelta delle “assegnazioni”, e cioè delle distribuzioni massicce di prodotto effettuate d'ufficio dalla casa discografica, indipendentemente dagli ordini ricevuti dai negozianti. “In Italia questo termine ha sempre avuto un'accezione negativa, ma è ingiusto non fare dei distinguo. Innanzitutto, nella maggior parte dei casi, è l'azienda che si accolla i rischi dell'operazione accettando i resi se il disco resta invenduto. E poi cosa dovremmo fare? Esce un disco in cui crediamo, lo sosteniamo con campagne pubblicitarie da centinaia di milioni e poi non lo facciamo trovare nei negozi?”. <br> Restano le perplessità, nel caso specifico, sulle divergenze tra la posizione di classifica dell'album di Alexia e le vendite comunicate dalla Sony…“Posso assicurare che le quantità effettivamente vendute non sono di molto inferiori ai 50 mila pezzi che abbiamo distribuito, e questo è un disco che ci aspettiamo di portare alle 100 mila copie. Perché è così in basso in classifica? Non lo so, forse i titoli che lo precedono hanno venduto solo qualche copia in più…e poi aspettiamo di vedere cosa succede nelle prossime settimane”.