La notizia, che a Rockol era stata anticipata dall'amministratore delegato (ad interim) della V2 Stephen Navin nel corso di un'intervista pubblicata il 26 febbraio scorso (vedi news), ha ora trovato conferma ufficiale. La nota banca di investimenti multinazionale ha fatto valere un'opzione sottoscritta due anni fa rilevando una quota assai consistente, il 47,5 %, del pacchetto azionario della casa discografica di Richard Branson. L'operazione si è finalizzata attraverso la conversione, da parte di Morgan Stanley, di titoli obbligazionari in azioni per un valore di 128 milioni di dollari, 146,7 milioni di €, sulla base di una valutazione che colloca il valore della V2 Records intorno ai 269 milioni di dollari, 308,3 milioni di €. <br> Tanto la Morgan Stanley che Branson hanno sottoscritto un impegno a stanziare ciascuno una cifra di 10 milioni di dollari, 11,4 milioni di €, destinati a finanziare l'ulteriore sviluppo della società. Negli ultimi mesi anche la V2, come la maggior parte delle case discografiche concorrenti, era stata costretta a ridurre i costi e a ridimensionare gli organici per fare fronte alla crisi del mercato musicale (vedi news). Fondata da Branson nel 1996 a seguito della vendita alla EMI della sua prima casa discografica, la Virgin, la V2 pubblica i dischi di artisti come Moby (solo in Nord America), Tom Jones (su licenza dell'inglese Gut), Stereophonics, Black Crowes, Mercury Rev e Billy Crawford (a cui si aggiungono, in Italia, Giuliano Palma e Shandon).