Alla fine del mese di aprile Radio 24 metterà la parola fine a “Uomini di parola”, il programma musicale condotto e ideato da Gianni De Berardinis. Raggiunto telefonicamente da Rockol, il conduttore ha fatto un bilancio di questa esperienza lasciando aperte le porte ad un probabile prosieguo. “La scommessa di ‘Uomini di parola’”, spiega De Berardinis, “era ridare spazio alla musica d’autore. In questi anni abbiamo detto e fatto moltissimo, e se ne sono accorti anche gli ascoltatori. Peccato che ciò non sia successo con gli editori, che hanno deciso di sospendere il programma forse perché poco coerente con le linee redazionali dell’emittente (Radio 24 è un’emanazione della testata economica Il Sole 24 Ore)”, che aggiunge: “Voglio ringraziare Radio 24, che mi ha permesso di fare questo programma”. Dopo due anni di messa in onda Gianni De Berardinis potrà godersi i tanti ricordi che questa esperienza gli ha lasciato. “Sono molto fiero di esser riuscito a far cantare Enzo Jannacci quando ancora non aveva un contratto discografico: in due special ha presentato da casa sua quello che sarebbe diventato il suo ultimo disco”, racconta il DJ. “Ricordo con piacere anche l’intervista fatta a David Byrne, e i concerti di Davide Van De Sfroos o dei Parto Delle Nuvole Pesanti alla Salumeria della Musica, a Milano”. L’esperienza radiofonica continuerà, probabilmente, sulla Rete: “Non considero questa avventura finita”, spiega De Berardinis. “C’é ancora molto spazio per lavorare sotto questo marchio; prossimamente apriremo il sito di ‘Uomini di Parola’, attraverso il quale forniremo un servizio editoriale e continueremo ad organizzare concerti per il nostro pubblico”. Il conduttore, inoltre, ha lanciato un appello alle emittenti statali affinché diano più spazio a realtà musicali poco commerciali: “La trasmissione potrebbe continuare a vivere, ma, purtroppo, non vedo un grande futuro per i programmi radiofonici intelligenti. ‘B-Side’ di Alessio Bertallot e ‘Nightfly’ di Nick The Nightfly sono trasmissioni interessanti, ma quelle secondo me migliori sono prodotte dalla Radiotelevisione Italiana. Non credo che nessuno salverà la musica se non la cara, vecchia RAI”.