Martin Mills, cofondatore e amministratore delegato della indie Beggars Group, non ha cambiato parere sugli effetti della fusione tra EMI e Universal, anche dopo che quest'ultima si è vista costretta dalla Commissione Europea a liquidare una parte consistente degli asset discografici a cominciare dalla Parlophone. "Significa che ha vinto il fronte anti-merger?", gli chiede intervistandolo Ben Watts dell'etichetta di musica elettronica Buzzin' Fly. "Stronzate", è la sua risposta. "Siamo noi ad avere perso. E loro hanno vinto", dice riferendosi a Universal. "Se fin dall'inizio gli avessero offerto l'opportunità di comprare due terzi della EMI a due terzi del prezzo non si sarebbero fatti scappare l'occasione". "L'industria", è il parere di Mills, "dovrebbe essere terrorizzata dalle conseguenze: Universal ha distrutto un importante concorrente e ha guadagnato quello che presto diventerà il 50 % del mercato. Aspettate e vedrete che cosa farà ora che detiene quel potere". Il discografico inglese è molto meno critico nei confronti dei grandi, nuovi protagonisti del mercato musicale digitale come Apple e Amazon: "Non mi risento del fatto che si prendano una fetta del 30 per cento sulle vendite", ha spiegato a Watt. "Sono abili commercianti, fanno un gran lavoro e hanno bisogno di garantirsi un margine".