"Ci fa piacere che la Universal abbia deciso di abbassare il prezzo dei cd in catalogo ma, a parer nostro, una soluzione del genere non basta per risanare la situazione nella quale si trova l'industria musicale italiana": questa l'opinione di Giovanni Lindo Ferretti e Gianni Maroccolo, cuore e anima dei PGR, ultima emanazione dello storico progetto CCCP/CSI, che Rockol ha incontrato oggi negli uffici milanesi della Universal. <br>"Il costo dei dischi andrebbe affrontato radicalmente, senza fare inutili distinzioni tra 'musica esordiente', 'novità' o 'di catalogo'", hanno spiegato i due musicisti, commentano la decisione della propria etichetta di lanciare una campagna di promozione del catalogo a prezzi ultra scontati (vedi news). "Le case discografiche dovrebbero imporre prezzi più bassi sulle produzioni in generale. La questione è infatti molto semplice: non possiamo continuare a reclamare lo status di 'bene culturale' per i dischi quando poi, economicamente, continuiamo a trattarli come un bene di lusso". <br>Gli stessi PGR hanno raccontato di essersi scontrati con la loro etichetta in occasione della pubblicazione del loro disco di debutto: "Avremmo voluto un booklet ricco ed artisticamente molto curato", ha spiegato Ferretti, "Ma la Universal ci ha detto che, con un progetto grafico di tale foggia, avremmo innalzato il costo al consumatore del prodotto di 5 €: così abbiamo preferito optare per l'essenzialità, stampando sulla plastica il minimo indispensabile". La trascrizione completa dell'intervista ai PGR verrà pubblicata prossimamente da Rockol.