Non è trascorso che un mese da quando Irving Azoff sparò ad alzo zero su Pandora. Ora l'executive chairman di Live Nation ribadisce il concetto, in occasione di un importante evento di settore - la Touring Conference organizzata ieri da Billboard - prendendo come spunto la recente battaglia legale intrapresa dalla piattaforma di web radio americana riguardo alle royalty troppo costose. Così Azoff: "Ho sentito dire questa settimana dal capo di una banca di investimenti che stanno cercando di vendere l'azienda sulla base di una valutazione di 3 miliardi di dollari. Ma la capitalizzazione della più grossa società della nostra industria equivale alla metà dell'attuale valutazione di Pandora - e questi vogliono pagare meno gli artisti? Per me non ha senso". La seconda stilettata è partita, sempre durante la stessa conferenza, contro StubHub, una delle più popolari realtà di secondary ticketing - un comparto, peraltro, nel quale opera con la propria sussidiaria TicketsNow anche la stessa TicketMaster (quindi Live Nation): "Non credo che la prima vendita di un biglietto dovrebbe essere appannaggio di un bagarino che poi lo rivenderà a qualcun altro. Credo che il primo biglietto dovrebbe andare nelle mani di un fan che vuole vedere il concerto. StubHub non investe nell'industria. I manager hanno il denaro, i promoters rischiano, gli artisti muoiono di fame. E quindi una società di secondary ticketing se ne può avvantaggiare solo perchè risce a utilizzare un bot nell'Europa dell'Est per vendere qualche biglietto?".