La riduzione dell'acquisto di Cd, la flessione dei download di file digitali Mp3 e il calo dell'ascolto delle emittenti diffuse via etere in modalità AM e FM hanno, negli Stati Uniti, una concausa comune: la popolarità della Web radio Pandora, primo avamposto delle piattaforme che spingono per sostituire il possesso di musica registrata con l'accesso. A suggerire questa tesi è l'ente di ricerche NPD Group, con dati che tracciano un'evoluzione delle tendenze di consumo negli ultimi quattro anni: a partire dal 2009 la percentuale degli utenti di Pandora che ascoltano stazioni radio tradizionali si è ridotta di 10 punti, mentre la frazione dei fan del servizio che amano anche procurarsi Cd e file musicali digitali da ascoltare su lettori portatili è scesa di 21 punti. Una possibile spiegazione di queste correlazioni, secondo NPD, risiede nel fatto che una quota crescente degli ascoltatori di Pandora, il 34 per cento, accede ora al servizio mentre si trova nell'abitacolo della sua automobile, sia attraverso apparecchi incorporati nel cruscotto che per mezzo di smartphone o altri dispositivi portatili. A dispetto della sua popolarità negli Stati Uniti, la creatura di Tim Westergren deve fare tuttora i conti con bilanci in rosso (che il fondatore attribuisce in gran parte all'onerosità delle licenze pagate ai titolari dei cataloghi musicali) e con una tendenza al ribasso del titolo in Borsa, legata ultimamente alle indiscrezioni su un prossimo ingresso della Apple nel mercato delle Internet radio.