Impegnato da tempo nel tentativo (ritenuto tuttavia insufficiente dall'industria discografica) di arginare il file sharing illegale che ha luogo sulla sua piattaforma, il servizio svizzero di file hosting RapidShare ha deciso di diminuire drasticamente la memoria messa a disposizione degli utenti per la condivisione di file, riducendola a un gigabyte al giorno per i clienti che vi accedono a titolo gratuito (30 gigabyte per gli utenti a pagamento; un gigabyte, tuttavia, può equivalere a diverse centinaia di brani in formato compresso Mp3). I nuovi limiti entrano in vigore dal 27 novembre, ma non si applicano ai file condivisi con gruppi e contatti selezionati. "Stiamo costantemente cercando di migliorare i nostri servizi e al tempo stesso di prevenire le violazioni dei copyright", ha spiegato l'amministratore delegato della società Alexandra Zwingli. "La difficoltà principale nell'implementare cambiamenti generali consiste nel soddisfare entrambi gli obiettivi senza compromettere la user experience . Il nuovo modello è una soluzione che eviterà gli abusi di RapidShare assicurando al contempo che l'utente medio non ne venga condizionato". La scorsa primavera RapidShare era stata costretta da un giudice tedesco a rimuovere file relativi a opere protette dalla società tedesca degli autori GEMA, mentre soltanto nel corso del 2011 l'associazione dei discografici americani RIAA aveva notificato alla società quasi 200 mila casi di violazione dei diritti dei produttori fonografici.