Il dibattito è aperto da tempo ma ancora irrisolto: quanti stream ci vogliono, perché un artista o una casa discografica ottengo lo stesso ritorno economico di un download? Secondo Daniel Ek, il giovane imprenditore svedese che ha lanciato il servizio di streaming Spotify, ce ne vogliono duecento. Lo ha spiegato al sito QZ.com, sostenendo però che una volta varcata quella soglia il modello si streaming risulta essere migliore in quanto allunga il ciclo di vita di un brano musicale. "Il comportamento di consumo", sostiene Ek, "è completamente diverso, e di lì in poi i ricavi si incrementano in modo permanente". Indiscrezioni pubblicate la settimana scorsa sostengono che Spotify abbia appena raccolto 100 milioni di dollari sul mercato finanziario, in un "round" guidato da Goldman Sachs e che include tra gli investitori anche Coca-Cola. Il debutto ufficiale in Italia del servizio (che ha avviato da tempo attraverso il proprio sito la ricerca di un "Growth manager" locale) è atteso per i primi mesi del 2013, ma già nel corso dell'ultimo weekend una versione "beta" della piattaforma è entrata in funzione sul nostro territorio, accessibile autenticandosi attraverso il proprio account Facebook.