Promozione sul campo per il boss della Blue Note Bruce Lundvall, di nuovo sugli scudi grazie al successo “crossover” riscosso dalla giovane e talentuosa cantautrice/interprete pop jazz Norah Jones (oltre 800 mila copie smerciate nel mondo, con una puntata anche nella Top Ten italiana dei dischi più venduti). Il celebre manager discografico e talent scout, che prima di dirigere la Blue Note ha lavorato per grandi marchi come Columbia, Elektra e Capitol, è stato promosso al ruolo di amministratore delegato dell'etichetta di casa EMI assumendo una posizione di diretta dipendenza dal capo americano della major, David Munns. <br> Nel corso di una carriera prestigiosa che vanta la bellezza di 42 anni di attività, Lundvall ha lavorato con innumerevoli artisti della scena jazz, fusion, pop, reggae e country (troppi, per nominarli tutti: ma l'elenco comprende moltissimi giganti del jazz moderno, da McCoy Tyner a Dexter Gordon, da Herbie Hancock a Wynton Marsalis). Approdato alla Blue Note nel 1984, ha rilanciato le quotazioni dell'etichetta, allora alquanto in declino, grazie alle performance di artisti come Natalie Cole (su Manhattan, una delle “label” del gruppo), Bobby McFerrin, Stanley Jordan e Cassandra Wilson. Fino alla “success story”, ancora tutta da scrivere, di Norah Jones.