Sorprende un poco che sia proprio una multinazionale di cultura europea come la tedesca Bertelsmann a scavalcare “a destra”, per prima, le rigide imposizioni di un codice di censura tipicamente americano come il “parental warning”, il sistema che impone di etichettare i dischi dal contenuto “esplicito” per tutelare il pubblico di minore età. <br> La casa discografica del gruppo, BMG, ha infatti preso le distanze dal resto dell'industria discografica (che ha sempre aderito controvoglia all'obbligo di sottostare all'etichettatura dei propri prodotti) decidendo di bollare volontariamente, d'ora in poi, i dischi a contenuto violento, osceno o sessualmente esplicito del suo catalogo; l'“avvertenza” ai genitori sarà anche inclusa in tutti i messaggi pubblicitari che promuovono i titoli stessi. <br> Più prevedibile il fatto che la politica di autocensura adottata dalla major prenda le mosse da un album rap: si tratta di “May day” di Lady May, in uscita il 31 luglio prossimo <br>