Lo schieramento mondiale delle "indipendenti" ha appena perso il suo centravanti, con il passaggio annunciato della Zomba di Britney Spears alla major BMG (vedi news): ma Clive Davis, fondatore della Arista, scopritore di Whitney Houston e rivitalizzatore di Carlos Santana, è convinto che per le indies di tutto il mondo i tempi non siano mai stati così propizi. <br> “Il consolidamento delle major offre nuove opportunità: c’è spazio per nuove società e per etichette capaci di sconvolgere le regole dell’industria. Noi in questi ultimi due anni lo abbiamo dimostrato, e credo che altri arriveranno in futuro”, ha dichiarato in una recentissima intervista all’Hollywood Reporter il leggendario talent scout, mai come in questo momento venerato come uno dei pochi “music men” capaci di rimescolare le carte su un mercato in debito di ossigeno creativo e finanziario. Il riferimento implicito è alla sua J Records, la joint venture finanziata da BMG attraverso la quale Davis ha portato al successo planetario la neo-star Alicia Keys e si appresta a rilanciare le carriere di gente come Rod Stewart e Liza Minnelli. Richiesto di svelare il segreto del suo successo, il carismatico Davis dà una spiegazione lineare: “E’ tutta una questione di orecchie e di scegliere gli artisti giusti” risponde il discografico americano citando il caso di Mario, un cantante/ballerino quindicenne che Davis si coccola già come il prossimo asso nella manica da calare sul mercato. “Oggi”, aggiunge a spiegazione della versatilità delle sue scelte artistiche, “bisogna sapersi reinventare: e questo è anche il nostro compito”. <br> Forte dei suoi successi, Davis non se la sente di lamentarsi troppo per i CD-R e gli scambi di musica su Internet che sottraggono vendite e fatturato alle case discografiche (“come potrei, quando Alicia Keys ha venduto 5 milioni di copie al debutto?”), ma ha un rimpianto: “L’industria ha fatto un errore, rinunciando volontariamente a promuovere le vendite dei singoli. La radio lo dimostra anche oggi: sono i singoli a fare i successi, bisognerebbe solo trovare il prezzo giusto che permetta di venderli facendo profitto”.