La parabola è ormai fin troppo nota: gruppo dal passato glorioso ma considerato “fuori moda” esce – a volte per scelta propria, più spesso per volontà altrui - dal giro delle major, finendo per cercare riscatto (e magari anche vendetta) in un’etichetta indipendente disposta ad investire sulla forza e sulla qualità artistica di un “marchio” storico. Il Tom Waits accasatosi qualche anno fa con l’etichetta punk Epitaph è solo il caso più eclatante e di successo più clamoroso: ma ci sono anche i Randy Newman e gli Yes, i Jethro Tull e i Joe Strummer, solo per fare qualche nome, ad aver seguito una strada simile. <br> Tocca ora ai Kiss di Gene Simmons, protagonisti mascherati della scena hard e del rock da stadio anni ’70, scaricati di recente dalla Mercury/Universal dopo le balbettanti performances di vendite collezionate nell’ultimo decennio (balbettanti quanto meno in rapporto alle aspettative della major…). Difficile immaginare che una gloria del metal più classico e teatrale rimanesse a lungo disoccupata, e infatti le cronache in arrivo dagli USA riferiscono di un’asta tra etichette indipendenti per garantirsi i servigi della band newyorkese: starebbe per spuntarla la potente Koch con cui – stando a fonti locali – le negoziazioni sarebbero già a buon punto in vista della pubblicazione di un prossimo album di studio.