E' davvero un momento critico per i siti di file sharing gratuito che da anni fanno il bello e cattivo tempo sulla scena della musica on-line: dopo il declino e la vendita di Napster alla major Bertelsmann, i guai giudiziari di KaZaA e la resa firmata da Audiogalaxy anche Madster, conosciuta un tempo come Aimster, resta sotto il fuoco incrociato delle case discografiche. Al fondatore della società Johnny Deep non è bastato presentare dichiarazione di bancarotta (vedi news) per tirare il fiato e parare i colpi dell'industria musicale, che contro Madster aveva presentato un'istanza di ingiunzione preliminare tesa a bloccarne immediatamente l'operato e la conseguente violazione dei diritti d'autore. Il giudice fallimentare Robert Littlefield, infatti, ha revocato la sospensione del provvedimento, rimettendo in moto il processo che nel marzo scorso era stato “congelato” in seguito all'iniziativa di Deep con l'intenzione di consentire alle case discografiche di tutelarsi fino alla regolare istruzione di un processo. Le case associate alla Recording Industry Association of America non si sono fatte pregare e hanno immediatamente riproposto la loro mozione, chiedendo ai giudici federali di Chicago di interrompere immediatamente il servizio.