Doveva succedere, prima o poi: la famiglia Bronfman, spodestata dalla proprietà del patrimonio Universal, chiede la testa di Jean-Marie Messier. I due Bronfman, Edgar senior e junior, padri-padroni del gruppo Seagram e della casa discografica Universal prima della vendita alla francese Vivendi (vedi news), si sono schierati apertamente contro l'amministratore delegato della società transalpina invocandone le dimissioni a seguito delle recenti disavventure politico-finanziarie che alla holding francese sono costate pesanti perdite in termini di immagine (anche le massime autorità politiche nazionali hanno accusato Messier di voler “americanizzare” l'azienda) ed economici (crollo delle azioni del 60 % ed una voragine di debiti in scadenza che ammonta alla cifra record di 9 miliardi di €). <br> Secondo quanto riferisce un articolo del New York Times, Messier è riuscito ad evitare il “licenziamento”, invocato da più parti, grazie al sostegno del consiglio di amministrazione, che nei giorni scorsi gli ha rinnovato a maggioranza la fiducia. Lo spregiudicato manager resta però pericolosamente in bilico: a tenerlo in piedi, secondo il quotidiano americano, sarebbero le difficoltà di trovare un degno successore e i timori del cda, a maggioranza francese, che non vuole delegare il potere all'americano Barry Diller (numero uno della società televisiva USA Networks, oggi parte del gruppo) o al canadese Edgar Bronfman Jr., il quale scalpita per avere di nuovo mano libera.