Scaduti i termini del contratto di partnership preesistente, Vevo e YouTube sembrano non riuscire a raggiungere un nuovo accordo. Alla base delle divergenze sta, come noto, la spartizione della torta pubblicitaria: in qualità di fornitore di contenuti "premium" Vevo, secondo le notizie ufficiose che circolano nell'ambiente, si accaparra una fetta variabile tra il 51 e il 75 %, al netto di una commissione di vendita del 10 % riconosciuta a Google e YouTube. Mentre queste ultime non hanno intenzione di recedere da tali clausole contrattuali, Vevo e i suoi proprietari - tra cui Doug Morris, capo di Sony Music, che ne è stato il promotore ai tempi in cui guidava Universal Music - la pensano in modo diverso e vorrebbero strappare condizioni più favorevoli alle case discografiche: per questo hanno paventato la possibilità di cambiare partner, e stanno negoziando con altri soggetti potenzialmente interessati tra cui tutti i maggiori operatori del mercato digitale (Apple, Amazon, Facebook e Microsoft). Il contratto tra YouTube e Vevo (dal 15 novembre presente in proprio anche in Italia) è spirato domenica scorsa, 9 dicembre, ma secondo Billboard le clausole prevedono un'estensione automatica di 120 giorni: di conseguenza la partnership proseguirà almeno fino agli inizi di aprile, dando alle parti la possibilità di ritrovare un accordo.