La casa discografica tedesca potrebbe essere costretta suo malgrado a rilevare l'intera proprietà dell'etichetta che ha lanciato Alicia Keys, se il comproprietario Clive Davis deciderà di esercitare – proprio come ha fatto nelle scorse settimane Clive Calder della Zomba – un'opzione nel suo contratto che, secondo le indiscrezioni raccolte dal settimanale britannico Music Week, avrebbe strappato all'epoca all'ex numero uno di BMG Michael Dornemann. <br> Solo poche settimane fa Calder ha ceduto l'intero pacchetto azionario della sua Zomba (Britney Spears, 'N Sync, Backstreet Boys) per l'astronomica cifra di 2 miliardi e mezzo di dollari: una somma che, come sottolinea il settimanale inglese Music Week, gli consentirebbe di mettersi in lizza per acquistare una società come la EMI. Ed ora, sostiene la testata inglese, la stessa cosa potrebbe accadere con Davis: quest'ultimo, stella assoluta del firmamento discografico americano (tanto più dopo aver scoperto la Keys e rilanciato inopinatamente la carriera di Carlos Santana) ha fondato la J Records in comproprietà con la BMG meno di due anni fa, dopo essere stato gentilmente “invitato” a sgomberare il suo ufficio presidenziale alla Arista Records (una decisione presa dal precedente management della major e che ancora turba le notti degli attuali vertici dell'azienda, come abbiamo avuto modo di verificare nel corso di un incontro avuto a Roma nell'aprile scorso, vedi news). <br> La sua creatura ha fatturato circa 200 milioni di dollari nel primo anno di attività ed oggi Davis potrebbe chiedere intorno ai 300 milioni di dollari per il 50 % ancora in suo possesso: che, sommati agli oltre 150 milioni con cui la major tedesca ne ha finanziato il lancio, fanno comunque una bella cifra. Abbastanza, conclude Music Week, da creare grossi grattacapi finanziari all'amministratore delegato di Bertelsmann Thomas Middelhoff, soprattutto in vista del debutto in Borsa programmato entro i prossimi due anni. Per Davis sarebbe invece l'occasione di una sonora rivincita: dopo aver dimostrato che il suo fiuto per il successo è intatto, ne riverserebbe i costi per intero sull'azienda colpevole di non avergli rinnovato la fiducia, incassando allo stesso tempo un bonus finanziario che darà ulteriore sostanza al suo già cospicuo patrimonio personale.