Segni negativi ma conti in ripresa per il Warner Music Group: il bilancio annuale della major che include la casa discografica Warner Music, la società di edizioni musicali Warner Chappell e una divisione che si occupa di servizi agli artisti, chiuso al 30 settembre 2012, indica un fatturato complessivo di 2,78 miliardi di dollari, in calo del 3 per cento rispetto all'anno precedente. Nello stesso arco di tempo, però, il disavanzo netto di gestione, 112 milioni di dollari, si è ridotto del 45 per cento (era di 205 milioni di dollari nei dodici mesi precedenti). I dati confortanti vengono, come sempre, dal comparto digitale, i cui ricavi sono cresciuti del 13 per cento, a 925 milioni di dollari, rappresentando ora il 33,3 per cento del fatturato del gruppo e il 38 per cento di quello discografico (contro il 32,8 per cento dell'anno precedente) Le entrate digitali, spiega Warner, hanno più che controbilanciato la flessione dei ricavi generati dalla vendita dei supporti "fisici" (essenzialmente Cd), ma sono state a loro volta superate dal calo degli introiti generati dalla divisione "servizi artistici e diritti allargati", dalle licenze di musica registrata e dalle edizioni (524 milioni di dollari, - 4 per cento, dovuto secondo Warner tanto a una diminuzione delle royalty fonomeccaniche connessa alla transizione del mercato discografico al digitale che alla riduzione delle licenze pagate negli Stati Uniti dai Webcaster). A moneta costante, il gruppo ha registrato nell'ultimo trimestre (luglio-settembre) risultati positivi in Giappone, Stati Uniti, Germania e Italia, e negativi in Francia, Spagna, Regno Unito e America Latina. A fine anno il bilancio riporta un saldo di cassa di 302 milioni di dollari (sul cash flow ha inciso l'acquisizione della società da parte di Access Industries), un debito totale a lungo termine di 2,21 miliardi di dollari e un debito netto (debito totale a lungo termine meno saldo di cassa) di 1,90 miliardi.