Per mettere le mani sui pezzi più pregiati messi in vendita da Universal su richiesta della Commissione Europea dopo l'acquisizione della EMI - l'etichetta inglese Parlophone, ma non solo - si ricostituisce temporaneamente la partnership, sciolta quattro anni fa, tra Sony Music e BMG (allora consociate nella joint venture Sony BMG). BMG, che si è già aggiudicata il back catalog della Mute (Depeche Mode, Moby, Nick Cave), si sta dimostrando particolarmente aggressiva nella sua campagna acquisizioni, anche se in corsa per la ambìta Parlophone (che include negli asset in vendita i dischi di Coldplay, Blur, Gorillaz e Kylie Minogue ma non quelli dei Beatles) ci sarebbero ancora una dozzina di pretendenti: tra questi la major Warner Music (che proprio nei giorni scorsi ha assunto un top manager delle edizioni Sony/ATV, Rob Wiesenthal, nel ruolo di chief operating officer), la MacAndrews & Forbes del magnate Ronald Perelman e la cordata composta da Simon Fuller (American Idol) e Chris Blackwell (fondatore della Island Records) con il sostegno di RIT Capital Partners. "Abbiamo già dimostrato con le nostre offerte sui diritti editoriali di Sony e sul catalogo Mute Records di Universal che BMG intende svolgere un ruolo attivo nel dare nuova forma all'industria musicale", ha commentato al Financial Times di ieri, domenica 6 gennaio, un portavoce della società. "A tale scopo", ha aggiunto senza tuttavia confermare la cordata con Sony, "faremo tutto quanto è necessario per rendere le nostre offerte il più competitive possibili". Le offerte formali per Parlophone e le altre etichette messe in vendita da Universal (tra cui Sanctuary e Coop) dovrebbero essere raccolte entro metà mese.