Tira ancora aria di tempesta, intorno alla multinazionale transalpina e al suo ex amministratore delegato. Entrambi, Vivendi Universal e Jean-Marie Messier, sono finiti nel mirino di una società finanziaria americana che li ha citati in giudizio per frode (l'entità dei danni che richiede non è ancora stata rivelata): secondo il capo d'accusa presentato dinanzi a una corte di giustizia newyorkese, Messier avrebbe occultato la gravità della crisi di liquidità in cui versava la società pubblicando informazioni distorte su bilanci e risultati economici con il risultato di gonfiare artificialmente la quotazione di Borsa della società nel momento in cui il gruppo ricorrente, Rosenbaum Partners, effettuava i suoi investimenti in titoli; la finanziaria USA sarebbe poi stata gravemente danneggiata nel momento in cui la reale situazione finanziaria dell'azienda venne a galla, facendo precipitare il valore del titolo da 48,4 a 14,01 dollari. <br> Secondo quanto scrive il Financial Times proprio il timore di un'azione giudiziaria di questa portata (orchestrata dai legali della Wolf Haldenstein Adler Freeman & Herz, la stessa società che ha innescato il processo a WorldCom) sarebbe all'origine delle ripetute dimissioni dal cda che Vivendi Universal ha sofferto negli ultimi mesi.