Ci sono Paesi in cui lo streaming è già oggi la modalità prevalente di consumo musicale: uno di questi è la Norvegia, dove i ricavi (abbonamenti e introiti pubblicitari) generati dall'ascolto di musica online rappresentano oggi il 45 per cento del fatturato totale dell'industria, a fronte del 39 per cento rappresentato dai supporti fisici (che valevano il 51 per cento nel 2011) e il 16 per cento assicurato dai download a pagamento (17 per cento di market share nell'anno precedente). Proprio grazie a questa evoluzione, il mercato discografico norvegese ha invertito la tendenza negativa degli anni precedenti registrando nel 2012 un incremento del 7 per cento. "E' la prima volta che vediamo crescere il fatturato dal 2004 e il 7 per cento rappresenta un tasso decisamente sostenuto", ha commentato il presidente di IFPI Norvegia Marte Thorsby sottolineando lo sviluppo impetuoso dello streaming, la cui incidenza sul mercato, 13 per cento nel 2010, è salita al 32 per cento nel 2011 e, come detto, al 45 per cento negli ultimi dodici mesi. "Non credo neppure che abbia raggiunto il tetto massimo", osserva Thorsby, anche perché nel mese di dicembre l'ascolto online ha superato quota 51 per cento del fatturato (era al 29 per cento nello stesso periodo dell'anno scorso). "Nello stesso mese abbiamo registrato una netta flessione delle vendite di supporti fisici", conclude Thorsby. "Queste cifre dimostrano che le vendite natalizie non hanno avuto lo stesso impatto di annate precedenti".