Non dormono magari sogni tranquilli, di questi tempi, i boss della Universal Music (in attesa di sapere se e quando la capogruppo Vivendi deciderà di vendere i suoi interessi in campo musicale), ma intanto sul mercato discografico internazionale continuano a non conoscere rivali. Come già accade altrove, anche negli Stati Uniti la major di Eminem e degli U2, di Luciano Pavarotti e dei Blink 182 ha appena infranto il muro del 30 % in termini di market share, il che vuol dire che quasi un terzo della più grande e appetitosa “torta” discografica del mondo è in questo momento nelle sue mani. Un risultato eclatante (e che magari farà drizzare le orecchie alle “sentinelle” dell'antitrust) anche perché conseguito nei modi più diversi: quattro album su cinque, fra quelli (finora) più venduti sul mercato USA 2002 portano il marchio Universal, con la compilation “Now 9”, la colonna sonora country/old time music/bluegrass di “O brother…” e l'album di debutto della diva neo-soul Ashanti a fare da corona a re Eminem e al suo best seller di stagione. <br> Unica intrusione nel lotto, finora, il nuovo album (“Drive”) del cantante country Alan Jackson della BMG, che anche grazie a questo exploit si aggiudica il secondo posto con una quota di mercato del 17,1 %. Terza, e in lieve ascesa, è la Sony Music (15,7 %), con un buon mix di nomi nuovi (Nas, System Of A Down, John Mayer e Shakira) e di conferme(Celine Dion, Jennifer Lopez), che le consentono di sopravanzare di un niente la Warner Music (Linkin Park, Enya, Josh Groban), mentre la EMI resta molto distante con l'8,4 % di market share.