A un anno esatto dal blitz della polizia neozelandese contro MegaUpload, orchestrato dagli studios di Hollywood e dalle major del disco di concerto con il governo statunitense e l'FBI, la nuova piattaforma di file-sharing concepita da Kim Dotcom è una realtà: Mega, questo il nome definitivo del nuovo sito, è online con il suffisso nz della Nuova Zelanda (Paese di residenza di Kim Schmitz, originario della Germania) e in sole 24 ore avrebbe superato il milione di utenti registrati (con annessi problemi di accesso e di "overload" dei server). Il servizio, che sulla home page si proclama "Più grande. Migliore. Più veloce. Più forte. Più sicuro", si basa su una codifica "on the fly": "Non c'è bisogno di installare alcun tipo di applicazione, tutto succede sullo sfondo del tuo browser", ha spiegato "Dotcom" al Wall Street Journal. "Questo significa che quando trasferisci dei dati chiunque si trovi su quella linea non vede nulla perché è tutto irriconoscibile e impossibile da decrittare senza una chiave di accesso. Questo sistema porterà nel mainstream i sistemi di codifica". Neppure i gestori del servizio, sostiene l'imprenditore, potranno sapere quali file gli utenti stiano archiviando o condividendo con i loro contatti. La parola d'ordine è "privacy": "Utilizzando Mega dici di no a quelli che vogliono sapere tutto di te. Dici di no ai governi che vogliono spiarti. E dici di sì alla libertà di espressione su Internet e al tuo diritto alla privacy", sostiene Dotcom. Anche se un esperto del sito TorrentFreak fa notare che durante la registrazione al sito il sistema memorizza alcuni dati personali degli utenti a partire dai loro indirizzi IP". Il servizio "cloud" mette a disposizione di ciascun utente 50 gigabytes gratuiti di memoria (per estenderla a 500 gigabytes occorre pagare 13 dollari al mese, mentre un terabyte costa intorno ai 40 dollari al mese). "E' un sito destinato alla conoscenza e all'educazione", ha detto in sede di presentazione l'ineffabile Dotcom, assicurando che la nuova piattaforma è legale e che rimuoverà contenuti "piratati" su segnalazione dei detentori dei copyright. "Legalmente", sostiene, "non c'è nulla che potrebbe essere usato per chiuderci. Questo sito è legale e ha lo stesso diritto di esistere di Dropbox, Boxnet e altri nostri concorrenti", ha detto alla Reuters, anche se un portavoce della Motion Picture Association of America (MPAA) ha già espresso il suo scetticismo a riguardo.