Lo scenario di una distribuzione discografica priva di HMV, ultima catena specializzata (insieme alla controllata Fopp) a opporsi, nel Regno Unito, allo strapotere dei supermercati come Tesco e dei rivenditori online come Amazon, spaventa le case discografiche anche perché sembra instradare il mercato dei supporti "fisici" verso margini sempre più risicati e una concorrenza sempre più spietata sui prezzi. Tanto che le tre major rimaste in campo, Universal, Sony Music e Warner, sarebbero disposte a concedere ampio credito e cd a prezzi scontati al retailer finito in amministrazione controllata per scongiurarne la chiusura definitiva, dopo che la settimana scorsa si sono già abbassate le saracinesche dei sedici punti vendita dislocati in Irlanda (dove i lavoratori hanno organizzato dei sit in invocando la riapertura, il riconoscimento delle ferie non godute e il saldo degli stipendi non pagati). Secondo le notizie riportate da Gigwise, il tentato salvataggio di HMV coinvolgerebbe anche le case di produzione cinematografica (e di dvd) 20th Century Fox, Universal Studios e Warner Bros, altrettanto interessate a tenere in vita un baluardo del commercio nelle "high street", le vie tradizionali dello shopping cittadino. HMV, istituzione britannica in attività da ben 92 anni, rischia effettivamente di chiudere a causa del carico di debiti che l'hanno portata sulla soglia dell'insolvenza, anche se l'amministratore straordinario Deloitte ha già raccolto circa 50 "espressioni di interesse" relativamente a una possibile vendita dei suoi asset. La stessa Deloitte ha confermato in giornata che i negozi della catena hanno ripreso ad accettare i buoni regalo venduti nei mesi scorsi: la loro sospensione a tempo indeterminato aveva creato forti tensioni con numerosi consumatori.