Secondo un sondaggio commissionato da Google alla Columbia University gli utenti delle piattaforme peer to peer che permettono di condividere (nella maggior parte dei casi illegalmente) in Rete file (soprattutto musicali) protetti da diritto d'autore sarebbero anche i maggiori consumatori di musica "legale". I numeri della ricerca parlano chiaro: mentre sul disco fisso di un navigatore che frequenti i siti p2p sono in media presenti 2000 file musicali, 760 dei quali acquistati regolarmente, sull'hard disc di un utente Web non avvezzo a condividere i propri mp3 sono presenti circa 1300 brani, 580 dei quali "legali". Il dato, di per sè, non è eclatante, essendo la proporzione tra file musicali illegali e legali pressoché identica, e la ricerca, di fatto, si limiterebbe a ribadire quando emerso più volte dai risultati di studi condotti negli anni passati: i file sharer appassionati di musica ne scaricano di più rispetto a un consumatore medio, sia legalmente che non. Interessante, a margine, è il risultato di due domande sottoposte ai campioni di popolazione (uno americano, l'altro tedesco) oggetto dello studio: il 69% degli americani e il 71% dei tedeschi è contrario al monitoraggio dei provider come misura per arginare la pirateria. Che viene percepita sia da una parte all'altra dell'oceano: il 59% dei tedeschi e il 52% degli americani rimane convinto che il download illegale di un file protetto da copyright debba comunque essere punito.