Con una decisione che ha del clamoroso, la Camera dei Rappresentanti statunitense ha deciso di bandire l'accesso a Spotify nelle aule del Campidoglio: la decisione sarebbe motivata da ragioni di sicurezza, nel quadro di una "policy" informatica che proibisce tout court l'utilizzo di tecnologie peer-to-peer sul network interno (e anche se Spotify non è una piattaforma peer-to-peer alla Napster, incorpora comunque tecnologia p2p per la gestione dei server). Il provvedimento, tuttavia, non riguarda il Senato, i cui membri ancora ieri accedevano regolarmente al servizio. Le reazioni non si sono fatte attendere: "E' un giorno triste, quello in cui pochi burocrati possono impedire ai leader della nostra nazione di godere di un accesso gratuito e sicuro a oltre 20 milioni di canzoni", ha commentato un portavoce di Spotify al sito del magazine Politico, augurandosi che "la Camera riconosca il suo errore". Mentre in soccorso della piattaforma di streaming svedese è corsa anche l'associazione dei discografici statunitensi RIAA, il cui presidente/amministratore delegato Cary Sherman ha inviato una lettera al direttore amministrativo della Camera Daniel J. Strodel per rassicurarlo sul fatto che Spotify, al pari altre dozzine di piattaforme, è un servizio di streaming sicuro e pienamente autorizzato dai titolari dei diritti. Riportando la notizia, Glenn Peoples di Billboard.biz ricorda che la Camera statunitense aveva approvato nel 2009 una legge che proibisce l'uso dei servizi peer-to-peer da parte dei funzionari e collaboratori del governo (norma non ratificata dal Senato), e che a partire dal giugno del 2011 ai deputati del Congresso è stato impedito di far uso di Skype nell'espletamento delle loro funzioni. E fa giustamente notare che il bando potrebbe alla fine rivelarsi una splendida occasione di pubblicità gratuita per la sociertà svedese. Da notare che tanto il presidente confermato Barack Obama che il suo rivale Mitt Romney hanno fatto ricorso a Spotify durante la campagna presidenziale per entrare in contatto con gli elettori.