Che la Sananda Records, etichetta autogestita di Terence Trent D’Arby – o Sananda Maitreya, come ama farsi chiamare oggi – avesse sede a Milano lo sapevano in pochi (e noi, lo ammettiamo, non eravamo tra questi). E così è per intercessione di una vecchia conoscenza della scena “indie” meneghina (Deborah Bisceglia, già con New Music e White & Black, da qualche tempo titolare di una propria agenzia di promozione, Get Smart!, e oggi promoter per conto della Sananda) che l’artista americano “naturalizzato” milanese è entrato in contatto con la Venus, affidandole la distribuzione locale del suo ultimo disco “Wild card”, già pubblicato lo scorso anno dalla Universal senza lasciare molte tracce nel mare magnum della sterminata offerta discografica. <br> Demerito della major e del suo scarso impegno promozionale, secondo D’Arby, che ha conseguentemente optato per una scelta indipendente al 100 % secondo un modello sempre più consueto tra artisti che non vantano più uno stato da superstar ma che conservano solida credibilità artistica e uno zoccolo duro di fans in giro per il mondo. <br> Rispetto alla prima edizione del CD, la nuova versione – che la Venus mette in circolazione da venerdì prossimo, 13 settembre - presenta una copertina diversa e soprattutto una scaletta ampiamente rimaneggiata (con quattro inediti: uno dei quali, “What shall I do?” è il singolo-traino della nuova campagna promozionale che inizia – sempre venerdì 13 – con la partecipazione di Terence/Sananda al programma di Raidue di prima serata “Un nome per la pace”). <br> “Siamo dei distributori, non una vera e propria etichetta, ma questo per Terence non è un problema, anzi: è lui il discografico di se stesso, e in noi ha visto il partner giusto ed entusiasta del suo progetto” dicono alla Venus, che oggi ha in catalogo un bel gruzzolo di nomi da classifica come Tom Waits e Solomon Burke (in co-distribuzione con Giucar) e gli italiani Davide Vandesfroos, Meganoidi e Bandabardò. Previsioni di vendita non ne fanno: ma non ci sarebbe da stupirsi se anche per D’Arby, trovata la giusta collocazione di mercato, dovesse scoccare presto l’ora della resurrezione.