Consumatore avvisato, mezzo salvato. In risposta alle polemiche sollevate da numerosi acquirenti di dischi e ad alcuni spiacevoli episodi verificatisi nel recente passato (celebre il caso dell’ultimo CD di Natalie Imbruglia, la cui prima tiratura distribuita sul mercato inglese risultò impossibile da leggere sui pc, vedi news), la federazione internazionale dell’industria musicale, IFPI, ha predisposto un logo che le case discografiche associate potranno apporre sui supporti in vendita nei negozi per avvertire i consumatori della presenza di tecnologie anticopia: software che possono impedirne o ostacolarne la normale riproduzione su determinati apparecchi come certi lettori car stereo o, appunto, i personal computer. Il marchio, che l’IFPI ha creato in accordo con 46 aziende discografiche e con associazioni internazionali dei rivenditori, potrà essere stampato su adesivi da apporre sull’involucro esterno dei CD o riprodotto nella grafica di copertina; ad esso potranno essere accompagnate informazioni più dettagliate sulle tecnologie anticopia utilizzate dal produttore e sui limiti di utilizzo del supporto che queste comportano. <br> Nell’annunciare l’iniziativa, il presidente IFPI Jay Berman ha spiegato che “le tecnologie anticopia sono la logica risposta dell’industria discografica per proteggere le proprie opere musicali dall’enorme incremento della pirateria anche digitale”, aggiungendo che la loro introduzione è destinata a recare vantaggio non solo agli autori, agli artisti e ai commercianti ma agli stessi consumatori. Lucy Cronin, direttrice di Global Entertainment Retail Association (GERA), un’associazione europea che raggruppa commercianti di dischi inglesi, francesi, tedeschi e olandesi, ha dato a sua volta un imprimatur ufficiale all’operazione dichiarandosi convinta che “il nuovo simbolo creato dall’IFPI sarà molto utile per ridurre la confusione tra i rivenditori e gli acquirenti di CD sulle tecnologie anticopia . Ovviamente, più sarà diffuso l’uso di questo logo, più l’acquirente di CD avrà la possibilità di sapere cosa potrà e cosa non potrà fare con il CD acquistato”. Si attendono i commenti e le reazioni delle associazioni di tutela dei consumatori, finora assai critiche nei confronti dell’introduzione dei software anticopia.