Mute e Sanctuary a BMG, Parlophone a Warner Music. Dopo l'assorbimento della EMI da parte di Universal e gli interventi correttivi della Commissione Europea, il panorama discografico sta cambiando decisamente fisionomia. E l'amministratore delegato di Warner, Stephen Cooper, è convinto che non sia finita qui: "A dirla tutta, molte indipendenti sono a corto di capitali", ha dichiarato. "Cosicché credo che le major potranno finire per acquistarne qualcuna, mentre un consolidamento tra indie mi sembra più improbabile. Questo, almeno, è il mio punto di vista". Quanto ai programmi di investimento della stessa Warner, Cooper non esclude altre acquisizioni: "Come sempre, nel nostro caso, si deve trattare di asset adeguati - intendo abbastanza longevi e di alta qualità - in grado di fornire il giusto valore aggiunto e compatibili con i nostri piani strategici e tattici per il futuro, riguardino direttamente il nostro core business, l'area musicale, o aree complementari". "Non abbiamo intenzione di comprare solo per diventare più grandi e acquisire quote di mercato", ha tenuto a precisare il numero uno di Warner. "Continueremo a mantenere una buona disciplina finanziaria riguardo tutte le nostre attività, compreso il settore delle fusioni e acquisizioni. L'obiettivo (ambizioso, data l'attuale distacco in termini di quote di mercato da Universal e Sony Music) è di "fare di Warner la più importante casa discografica del mondo, investendo attivamente e giudiziosamente in artisti, cataloghi, staff dirigenziale e sistemi allo stato dell'arte".