Se in Francia vige da tempo una procedura antipirateria articolata in tre passaggi (due avvertimenti seguiti dall'eventuale interruzione dell'accesso a internet disposta dal giudice, secondo quanto previsto dalla cosiddetta "legge Hadopi"), gli Stati Uniti hanno deciso di adottare contro il file sharing illegale un approccio relativamente più morbido: cinque o sei "fasi", invece di tre e a seconda degli operatori coinvolti, che includono nei riguardi dei "pirati" recidivi - dopo l'invio delle diffide - l'applicazione di cosiddette "misure di attenuazione" quali l'iscrizione obbligatoria a un programma di educazione online sul copyright, la riduzione temporanea della velocità di connessione e il restringimento, altrettanto temporaneo, delle funzionalità del servizio, mentre non è contemplata l'interruzione completa dell'accesso alla rete né l'irrogazione di multe o di incriminazioni penali. Ad adottare il sistema denominato Copyright Alert System sono alcuni dei maggiori internet service provider quali Comcast, AT&T, Cablevision, Time Warner e Verizon (iscritti al Centre of Copyright Information, CCI, insieme alle associazioni dell'industria discografica e cinematografica RIAA e MPAA) in stretta collaborazione con le case discografiche: spetta a queste ultime, infatti, emettere le notifiche di violazione dei copyright e inviarle agli ISP, che a loro volta le trasmetteranno agli utenti identificati come trasgressori di legge.