La Commissione Europea apre le porte del mercato unico al settore del simulcasting musicale, la trasmissione in contemporanea su Internet di programmi radiofonici diffusi anche via etere o via cavo. E lo fa con l’introduzione di uno “sportello unico” per le licenze di trasmissione che oggi vanno ancora richieste, territorio per territorio, alle singole società nazionali che amministrano localmente i diritti degli autori e dei produttori fonografici (come, in Italia, la SIAE e la SCF). <br> Il sistema, che permetterà per la prima volta alle emittenti on-line di origine europea di ottenere un’unica licenza multiterritoriale rivolgendosi ad una qualunque delle agenzie di “collecting” che operano nel Continente (invece di negoziarne una per ogni paese dove diffonde i suoi programmi), dovrebbe evidentemente permettere ai Webcaster di strappare condizioni migliori e tariffe più contenute, mettendo in diretta competizione tra loro le singole società degli autori. Ma secondo gli aderenti alla EdiMA (European Digital Media Association), l’organizzazione di categoria che rappresenta 20 società del settore tra cuiYahoo!, RealNetworks, Wanadoo e Vitaminic, il provvedimento non è ancora sufficiente ad organizzare la gestione delle licenze di distribuzione digitale in chiave di mercato unico. La “blanket licence” introdotta dalla UE (che riguarderà anche i paesi che fanno parte dell’Area Economica Europea, come Norvegia, Islanda e Liechtenstein, nonché quelli dell’Europa centro-orientale) non affronta, per esempio, il problema del Webcasting “puro” (scollegato cioè dalla trasmissione via etere) né dice nulla sui diritti da pagare per ottenere le autorizzazioni ai downloading musicali: su queste materie sono ancora le singole legislazioni nazionali e le società locali di collecting a regolare la materia territorio per territorio, con le lungaggini e le discrepanze che ne derivano per chi opera sui mercati internazionali.