I tre popolarissimi e stimatissimi cantautori rinfocolano una battaglia che sembrava sopita, nel turbolento ed effimero mondo della musica on-line, riportando all’attenzione delle cronache giudiziarie un vecchio spauracchio e nemico giurato dell’industria discografica: MP3.com, uno dei primi siti in assoluto ad offrire agli utenti on-line la possibilità di scegliere la musica da ascoltare su Internet dopo averla trasportata sul Web usando il proprio personal computer e i software messi a disposizione dalla società. <br> La mancanza di autorizzazioni da parte di etichette discografiche ed editori musicali era costata cara alla net company americana, che per comporre le vertenze al di fuori delle aule dei tribunali dovette pagare complessivamente circa 175 milioni di dollari alle major della discografia (vedi news): una delle quali, Vivendi Universal, andò oltre, accaparrandosela per circa 372 milioni di dollari con l’intenzione di trasformarla in un servizio perfettamente legalizzato di distribuzione musicale on-line. Ma Bob Dylan, Billy Joel e James Taylor non la pensano evidentemente così, e rivolgono a MP3.com l’accusa di sempre: il sito avrebbe copiato illegalmente il contenuto dei loro ultimi CD per poi diffonderlo senza autorizzazione in rete, e per questo va fermato e multato. Che tutti e tre gli artisti siano legati contrattualmente alla Sony Music, socio d'affari di Vivendi Universal nella piattaforma on-line Pressplay, evidentemente non fa alcuna differenza.