Altri licenziamenti all'orizzonte per la travagliata holding multimediale: li hanno confermati i portavoce della società stessa, annunciando il ridimensionamento dei quartier generali parigini del gruppo (dove il personale, in parte ridistribuito ad altri uffici, scenderà da 327 a 152 unità) e tagli ulteriori nel resto del mondo, a cominciare dai faraonici uffici newyorkesi voluti dall'ex amministratore delegato Jean-Marie Messier. Nessuna notizia precisa riguardo alla divisione discografica del gruppo, Universal Music: il cui capo americano Doug Morris, però, aveva dichiarato nei giorni scorsi alla stampa di non aspettarsi altre riduzioni di organico, vedi news. <br> Jean-René Fourtou, il successore di Messier, spera così di sfrondare oltre 138 milioni e mezzo di dollari dalle spese di esercizio iscritte a bilancio per l'anno prossimo, sulla strada della riduzione degli enormi debiti che gravano sulla società (19 miliardi di dollari, 12 dei quali dovrebbero essere coperti dalla vendita di attività non strategiche al di fuori del territorio francese).<br> Il congelamento degli investimenti deciso dalla multinazionale, intanto, non tocca gli interessi personali del magnate americano Barry Diller, capo della divisione Vivendi Universal Entertainment: la sua USA Interactive ha annunciato l'acquisto del 100 % delle quote di Ticketmaster, per circa 730 milioni di dollari in azioni; la società di Diller possedeva già il 66,5 % della società che gestisce il più diffuso sistema di biglietteria elettronica al mondo e controllava il 93 % dei voti nel consiglio di amministrazione.