Dopo il DVD Audio e il SuperAudio CD arriva il momento del DataPlay, il dischetto digitale in miniatura (la grandezza è quella di una moneta da mezzo dollaro USA) in grado di contenere 500 megabyte di musica, equivalente al contenuto di 5 compact disc tradizionali o ad 11 ore di file compressi MP3. I primi titoli nell’inedito formato, 13, sono comparsi ieri, 14 ottobre, negli Stati Uniti tra gli scaffali di catene come Tower Records, Virgin Megastores e Borders, ad un prezzo al pubblico che si aggira intorno ai 16 dollari, più o meno quello di un CD tradizionale: a metterli in circolazione è per ora la sola BMG, che ha selezionato le prime uscite dal suo catalogo di successi recenti (album di Pink, Avril Lavigne, Usher,OutKast) e dal repertorio della Zomba/Jive ora di sua proprietà (Britney Spears, ‘N Sync, R. Kelly, Aaron Carter, ecc.). <br> “Abbiamo avuto risposte entusiastiche dai nostri artisti e dai loro manager”, ha spiegato il direttore new media della divisione distributiva BMG, Kevin Clement, al Billboard Bulletin. “Ma ora aspettiamo di vedere cosa succede”, ha aggiunto prudentemente. La maggior parte dei dischetti contiene materiale multimediale – video, biografie, discografie, foto e link ai siti Web degli artisti – oltre al logo DataPlay bene in vista e ad una fessura sul retro copertina che permette di vedere la superficie lucente del supporto anche con la confezione sigillata. <br> Il lancio del dischetto, che qualcuno dava per morto prima di nascere, è stato ritardato di parecchi mesi a causa della difficile situazione finanziaria in cui naviga l’omonima ditta di Boulder, Colorado, che ne ha sviluppato la tecnologia: sostenuta al debutto da investitori importanti come Eastman Kodak, Olympus, Toshiba, Samsung, Intel e la catena commerciale Trans World Entertainment, DataPlay ha bisogno di fondi supplementari che non è riuscita per il momento a trovare, e nel frattempo si è vista costretta a mettere in cassa integrazione l’intero personale. Intanto, fiutata l’aria, anche major come EMI e Universal hanno posticipato i piani di pubblicazione che avevano annunciato. E’ dunque difficile immaginare, almeno per il momento, che il supporto possa imporsi come sostitutivo della vecchia cassetta analogica, se non del CD. E poiché è incompatibile con i concorrenti DVD Audio e SACD, richiedendo un hardware apposito per la riproduzione, in molti cominciano a chiedersi se questa guerra di formati non sia destinata a chiudersi senza un vincitore.