Ci vanno tutti e ne parlano tutti, ma - evidentemente - non piace a tutti. Il South by Southwest, la super-rassegna di carattere indipendente-industriale che in questi giorni sta animando locali e auditori di Austin, Texas, e riempiendo le pagine delle testate specializzate, ha anche un lato oscuro. Ne è convinto Zachary Cole Smith, già nei newyorchesi Beach Fossils e dallo scorso anno titolare del progetto indie-shoegaze Diiv: l'artista ha pubblicato sul suo blog una dura critica alla manifestazione, dipingendola come una fiera dove la musica, in ultima analisi, sia l'ultima delle priorità tanto degli organizzatori quanto dei frequentatori. "Ciao Austin. E vaffanculo, South by Southwest. Ecco, l'ho detto", ha scritto Smith sulla propria pagina di Tumblr: "Perché qui, la musica, è l'ultimo dei problemi. Cinque minuti per piazzarti su un palco, niente soundcheck, per un quarto d'ora di concerto. L'elemento musicale viene sì esibito, ma è la prima cosa ad essere oggetto di compromesso. I soldi delle multinazionali, da queste parti, sono ovunque, tranne che nelle tasche degli artisti: e qui non si fa altro che celebrare la rete mondiale delle multinazionali stesse. Ci sono solo cretini delle multinazionali ubriachi che vanno a braccetto con gli altri vampiri della discografia e cocaina. Sono tutti ubriachi, per sentirsi più fighi. Poi c'è la burocrazia degli organizzatori con le sue regole assurde. E poi branding, branding, branding. Tutte stronzate. Scusate".